C'è un posto in Macedonia che unisce spiritualità, storia e bellezze naturali e allo stesso tempo raggia serenità. Quel posto non è tanto visitato, nemmeno comercializzato. Quel posto sono le Meteore macedoni (rocce nell'aria), sembrano toccare il cielo con le loro alte cime. Non sorprende, infatti, che in passato queste rocce,siano state scelte dai monaci per pregare in solitudine. Il sito è composto dal monastero di Zrze, che si adagia sulle pendici meridionali del Monte Dautica, a circa 1.000 metri sul livello del mare.
Il Monastero di Zrze (noto anche come Zrzenski manastir, Zrzevski manastir o “Sv.Spas” (San Salvatore)) si inerpica sulle pendici montuose, a circa 34 km a nord-ovest da Prilep, in prossimità del villaggio di Zrze. La leggenda vuole che l’origine del nome Zrze provenga dal mormorio (in macedone “zrzorenje”) creato dallo scorrere delle acque limpide del fiume Bojanik. Il monastero, “perla” inestimabile del patrimonio storico e culturale macedone, è raggiungibile attraverso una strada asfaltata, che raggiunge i villaggi di Prilep - Ropotovo, Pestalevo e Kostinci.
La strada per raggiungere il monastero è un viaggio nel viaggio, attraverso la storia e la cultura locale. La natura incontaminata inebria tutti i sensi, toccando i più profondi sentimenti interiori. Questo viaggio sensoriale stimola l’olfatto con l’inconfondibile ed inebriante profumo di salvia e timo, che si alza forte nel mezzo di un folto bosco su cui dominano alberi di noce; l’udito si rallegra con il cinguettio degli uccelli ed il mormorio del fiume. Insomma un'esperienza unica ed antica, simile a quella che visse San Clemente di Ocrida camminando su questi sentieri.
Un po 'di storia
Il complesso monastico in passato si trovava su un'area molto più ampia rispetto a quella odierna (7000 metri quadrati). Sebbene fino a poco tempo fa, era usanza credere che il monastero risalisse al XIV secolo, i risultati forniti da studi archeologici, effettuati nel 2008, hanno dimostrato che l'inizio del monachesimo di Zrze risale al IX secolo. È proprio a partire da quel periodo che ebbe inizio l'insediamento monastico presso le celle eremite, scavate all’interno di roccia calcarea, ai confini nord, est e sud del complesso monastico.
Al tempo di San Clemente di Ocrida, nella seconda metà del IX secolo, i monaci abitavano la roccia calcarea di Zrze, riempiendo questi luoghi angusti di spiritualità e devozione. Hanno ricreato spazi abitativi adattandosi alle forme naturali della pietra viva, cercando di mantenere il giusto equilibrio tra culto e natura. Sono stati portati alla luce ben 7 livelli di cunicoli, con oltre 30 apparati architettonici - basiliche, santuari, celle, officine, fori ... Nei pressi del monastero sono state rinvenute, una basilica ed latomba di un santo, entrambe risalenti al IV secolo d.C..
A metà del XIV secolo, durante il regno dell'imperatore Dushan (1345-1355), il monaco German istituì una nuova pratica mistica, dedicata alla festa degli esicasmi (ing. Hesychasm'sfeast), la "Santa Trasfigurazione di Cristo".
La parola "hesychia" o esicasmo significa letteralmente "pace", "riposo", "silenzio", ma nell'ortodossia ha un significato molto più profondo: indica la costante ricerca da parte dell'uomo nel raggiungere la pace interiore. Proprio come il "mare calmo" non è sotto la superficie del mare ma nelle sue profondità, così la pace interiore dell'uomo è nel profondo. La “Trasfigurazione di Cristo” o la “Trasfigurazione del Signore” è una festa cristiana, celebrata ogni anno il 19 agosto o il 6 agosto, secondo il calendario giuliano. La tradizione vuole che al fine di non indebolire la fede degli apostoli, dopo la sofferenza e la morte di Cristo, Gesù decise di mostrare loro la sua gloria divina. Prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, salì di notte sul monte di Tabor e stando in preghiera cambiò d'aspetto, mostrandosi ai tre discepoli con uno straordinario splendore della persona e con una stupefacente bianchezza delle vesti. In questo contesto appaiono Mosè ed Elia che conversano con Gesù, e una voce da una nube dichiara la figliolanza divina di Gesù.
Dopo la morte di German, i suoi nipoti - il metropolita Giovanni di Pelagonia e il ieromonaco di Zrze - Macarius, assunsero la gestione del monastero. Entrambi, pittori, sono i più importanti artisti della scuola di pittura iconografica di Zrze. A Giovanni si deve l'icona del "Cristo salvatore e donatore di vita " (1391), mentre a Macarius si devel'icona miracolosa "La Madre di Dio Pelagonitissa" (1422).Entrambe le icone sono realizzate in stile bizantino e sono estremamente preziose.
Durante il dominio ottomano, i fratelli cedettero il monastero al sindaco Costantino e ai suoi figli Giacomo, Kaloyan e Dimitar. Dopo la morte del sindaco e della sua progenie, il monastero iniziò a crollare e all'inizio del XVI secolo vi furono ingenti danni, tantoché le volte della chiesa furono demolite. La chiesa originale fu ricostruita e dipinta nuovamente intorno al 1535.
Nel corso dei secoli, il monastero ha subito numerose sventure - è stato bruciato, distrutto e ricostruito, saccheggiato e nuovamente restaurato. In seguito ha dovuto resistere ad anni di povertà e guerra ...eppure il monastero ha sempre resistito grazie alla cura degli invincibili contadini e dei laboriosi monaci.
A partire dal 1998, e con l'istituzione della comunità monastica, il monastero di Zrze è stato adibito in monastero generalmente maschile. All'inizio del XXI secolo, per la terza volta nella sua storia, Zrze è divenuta la sede episcopale, questa volta del vescovo Clemente di Eraclea, segretario del Santo Sinodo dei gerarchi della Chiesa ortodossa macedone - Arcivescovado di Ocrida (COM-AO). Continua la tradizione secolare dei famosi laboratori di pittura iconografica, in cui i monaci realizzano affreschi e icone utilizzando la tecnica tradizionale che prevede colori naturali e doratura in oro 24 carati.
Nel febbraio 2015 ha avuto luogo l’ultima restauro del monastero, che ha portato al rinnovamento dell’ospizio monastico, della mensa, della torre accanto al cancello d'ingresso, della parete muraria situata a nord-est e dell cancello superiore.
Un po’ di leggende
Le icone "Cristo Salvatore e datore di vita" e "La Madre di Dio Pelagonitissa" sono antologiche e preziose per il loro significato artistico, nazionale, storico e spirituale. La copia originale dell'icona più famosa di Zrze, la Santissima Madre di Dio di Pelagonija, è oggi conservata nel Museo di Macedonia a Skopje; ne esiste anche una grande copia nella chiesa del monastero.
Una delle caratteristiche inconfondibili di queste icone è che la loro posizione è rappresentata dalla “posizione” differente dell’icona di Gesù e della Madre di Dio. All’interno della chiesa del monastero, l'icona della Madre di Dio è sulla destra mentre l'icona di Gesù è sulla sinistra. Vale a dire, le icone sono state posizionate tre volte di fila dai monaci secondo i canoni dell'Ortodossia, ma durante la notte hanno cambiato il loro posto. Tre giorni e tre notti dopo, quando l'abate chiese all'icona perché stava cambiando il posto, le labbra della Madre di Dio si mossero, e lei rispose: non voglio voltare le spalle a mio figlio, ecco perché sto cambiando il luogo canonico.
Tra le molte leggende su Zrze c'è anche quella relativa ai re Volkashin e Marko che si sposarono in questo monastero. Un tempo questo monastero era circondato da un’altra cinta muraria. Negli anni '30 furono usate pietre da parete per costruire ospizi monastici. Alcuni ricercatori affermano che nel monastero di Zrze esiste una "torre del re Volkashin".
Un po 'di serenità
Oggi il complesso del monastero comprende le chiese "Santa Trasfigurazione" e "SS. Pietro e Paolo ", e come i suoi metochi (proprietà del monastero) è anche la chiesa "S. Nikola" nel villaggio di Zrze.
La chiesa della “Santa Trasfigurazione” fu costruita nel XIV secolo e gli affreschi al suo interno risalgono al XVI e XIX secolo. È una chiesa a navata unica a volta con volta semicircolare e abside interno semicircolare.
La chiesa di "SS. Pietro e Paolo ” è stata costruita nel XVII secolo e ampliata nel XIX secolo. All'interno della chiesa c’è un affresco raffigurante un pastore che indossa costume tradizionale. Questo tempio è anche conosciuto come la chiesa del pastore, in onore del pastore che è morto difendendo il monastero dai banditi che volevano distruggerlo.
La campana del monastero si trova nella parte centrale del complesso, vicino alla chiesa "SS. Pietro e Paolo ". Posta su una cornice di marmo bianco, si erge sopra una delle mura del monastero.
La chiesa "S. Nikola" nel villaggio di Zrze è un metochi del monastero di Zrze. Sul lato nord dell'edificio, è stata scoperta un'icona ad affresco della Madonna Odigitria, dipinta dal pittore Dragoslav nel 1368/1369. La chiesa si trova nella parte nord-occidentale del villaggio, sul lato sinistro della strada che volge verso il monastero.
Situato sullo sperone di una grande roccia calcarea, il monastero di Zrze gode di un privilegiato panorama sull'intera valle. I monaci di solito notano l'arrivo dei visitatori. Con grande gentilezza e ospitalità, sono soliti salutare gli ospiti anche prima del loro arrivo presso la grande porta del complesso. A seconda dei desideri del visitatore, i cordiali “padroni di casa” possono concedere al visitatore stesso un merito riposo nella tranquillità del posto oppure accompagnarlo in una piacevole passeggiata nei dintorni del monastero, raccontando leggende insolite e svelandone i significati più profondi.
Sotto le pendici di Dautica, la dura vita monastica si sviluppa e segue il corso della storia. Oggi la confraternita lavora diligentemente dedicandosi alla pittura iconografica e alla creazione di un retaggio per le generazioni future.
Infine, parte di una meravigliosa citazione del santo ateniese Porphyrios (Bairaktaris) il Kapsokalyvite: Cogli ogni attimo, perchè porta l'anima alla preghiera, la rende dolce, nobile e poetica ... Quando rimani stupito da un paesaggio meraviglioso, una piccola chiesa, qualcosa di bello, non limitarti a seguirlo, ma vai oltre ... Rallegrati di tutto. Ci rende più ricchi e ci conduce al grande Amore, a Cristo.